STORIE ALLEGRE
, uscì dall'osteria, e chiuse la porta dietro di sé. Dopo aver fatto tre ore di strada, tornò a guardarsi la mano, e vide che la mano sanguinava
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solamente la testa. Dopo poco venne la mamma, e dato loro un bacio e la buona notte, accostò la porta di camera. "Ora", disse Cesare, "bisogna stare in
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vedevano le sponde da una parte all'altra. La mattina dopo alcuni pescatori bussarono alla porta di un bel palazzo, e al servitore che veniva ad
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arrivò dinanzi all' Osteria delle Mosche : ma l'osteria era chiusa. Picchiò alla porta una volta, due volte, tre volte: e nessuno rispose. Allora, con
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sulla porta di sala, si trattenne alcuni minuti. Quindi, volgendosi al giovinetto, gli chiese: "Scusi, signor Alfredo, che ore sono?" "Mezzogiorno
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zampe, che cominciò a correre di gran carriera. "Che bestia sarà mai quella che mi porta via con tanta foga?", pensava lo scimmiottino tremando dalla
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porta al suo terribile persecutore. "Potrei sapere", disse Golasecca, appoggiandosi con le spalle alla porta che aveva richiusa dietro di sé, "potrei
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giù dalla zuppiera e vieni a sederti accanto a me. Ceneremo insieme. Moccolino! Porta subito in tavola un piatto di pesche e un piatto di ciliegie per
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. Seduto sulla porta c'era un povero bambino mezzo nudo, che dal freddo tremava come una foglia. "Zio Bernardo, ho fame", disse il bambino con una voce
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paia un omino, perché porta i goletti ritti e insaldati, come usano gli uomini: neanche per sogno! Intendono dire che il tale o il tal altro ragazzo
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riprese: "Animo! Mettiti là, ritto, impettito della persona. Benissimo! Ora porta la mano sinistra dietro la schiena ... Nossignore! codesta non è la
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di entrare in sala, fece capolino alla porta e vide ... Vide un brulichio di cravatte bianche e di giubbe a coda di rondine. La giubba a coda di
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, mettiti là, vicina a quella tavola, per poterti appoggiare, quando dovrà venirti lo svenimento. GINO: E io? ALFREDO: E tu nasconditi dietro quella porta: e
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cosa!". Nel dir così, si trovò quasi senza avvedersene alla porta di casa, e sonò il campanello. Orazio, per l'appunto il suo fratello Orazio, fu quello
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panchina dove stavano seduti e si avviarono verso la stalla. Giunti alla porta, Gigino disse a Cecco: "Mena fuori il matto!" Cecco ubbidì. Quando
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tavola e sonò un campanello d'argento. A quella chiamata si presentò il solito servo sulla porta. "Fate passare subito il sarto, con la paniera di tutto il
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avesse avute le ali ai piedi. E dopo aver corso due giornate intere, trovò in mezzo agli alberi una piccola casa senza finestre. Sulla porta della